Ortodonzia Fissa

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Ortodonzia Fissa

L’ortodonzia è quella branca dell’odontoiatria che studia lo sviluppo delle ossa mascellare e mandibolare ed il corretto posizionamento degli elementi dentari. Il loro sviluppo, il loro rapporto e la corretta posizione dei denti è prevedibile.

L’ortodonzia fissa si occupa del posizionamento dei denti in arcata. Per poter essere applicata si necessita quindi della presenza dei denti definitivi, i quali sono generalmente tutti presenti in bocca dall’età di tredici anni, periodo in cui la crescita delle base ossee facciali è terminata.
Da questo si desume che l’ortodonzia fissa non interviene sulla crescita ma solo sul posizionamento dei denti e sul rapporto d’occlusione tra mascellare superiore ed inferiore.

Se lo sviluppo dentale non è corretto, l’ortodontista interviene richiedendo due esami radiografici fondamentali, l’ortopanoramica e la radiografia del cranio in proiezione latero-laterale, oltre alla presa delle impronte delle arcate dentarie per sviluppare dei modelli di studio in gesso. Con questi esami si può eseguire una giusta diagnosi e un corretto piano di trattamento.

Fondamentale é il ruolo che riveste la prevenzione nel campo dell’ortodonzia pediatrica. Uno screening precoce delle funzioni masticatorie e dell’occlusione del bambino consente, già in presenza dei denti decidui o da latte, di evidenziare eventuali disallineamenti dentali o anomalie scheletriche (mascellari e mandibolari). Tali alterazioni, intercettate durante il periodo di crescita, possono essere corrette mediante l’ausilio di apparecchi ortodontici, evitando il ricorso ad eventuali estrazioni o alla chirurgia ortognatica. La terapia ortodontica intercettiva precoce, se necessaria, consente di evitare i lunghi e tradizionali trattamenti ortodontici in età adolescenziale.

Una prima visita ortodontica specialistica è consigliabile fra i 3 ed i 6 anni di età in quanto una crescita non armonica delle basi ossee o un’alterata funzione della masticazione, respirazione e deglutizione può essere corretta, se intercettata precocemente, e trattata più facilmente e con più efficacia durante questo periodo della crescita. Una malocclusione, anche in fase di dentatura da latte, può essere il segno di una disarmonia dento-scheletrica.
La visita non si limita a valutare la bocca e la posizione dei denti, ma anche un’analisi approfondita del viso, della muscolatura, delle articolazioni.
Tutti i questi elementi devono essere controllati e posti in correlazione per formulare una diagnosi e prospettare al paziente la migliore risoluzione. Radiografie, fotografie e sviluppo di modelli di studio in gesso servono per formulare una diagnosi (condizione iniziale), e una prognosi, e cioè di prevedere la crescita mediante un sofisticato programma computerizzato, che tiene conto di parametri individuali, oltre al sesso, età e razza, e di pianificare un piano di trattamento ad hoc.

In tutti quei pazienti in cui si è stabilita una reale indicazione, una terapia ortodontica precoce offre molte opportunità: guidare la crescita dell’osso mascellare e della mandibola; ampliare il palato nel caso di morso incrociato; correggere l’eccessiva protrusione del mascellare e degli incisivi superiori e ridurre così il rischio di trauma degli elementi stessi (II classe); correggere la retrusione del mascellare e la protrusione della mandibola (III classe); eliminare i problemi legati ad abitudini viziate (succhiamento del dito, interposizione tra i denti della lingua, interposizione tra i denti del labbro inferiore, respirazione orale, fonazione non corretta); favorire una corretta eruzione dei denti permanenti.

Tra i 9 e i 12 anni, se il bambino ha una crescita osseo-scheletrica regolare ed armonica, l’attenzione verrà rivolta alla permuta: si valuta lo spazio disponibile per i denti permanenti lungo le arcate e si pianificano gli eventuali interventi per guidarne il percorso eruttivo.
Terminata la permuta dentaria si valuta la necessità di una fase di allineamento e correzione dei rapporti per consolidare l’occlusione. Quando vi è una congruenza tra le basi scheletriche, gli obiettivi sono l’allineamento dei denti e il miglioramento del profilo.
Se, invece, vi è una disarmonia scheletrica allora questa va corretta chirurgicamente e contemporaneamente al raddrizzamento dei denti.